Le avventure di Alice
nel Paese delle Meraviglie (1997)
dal romanzo di Lewis Carroll
Le avventure di Alice nel paese delle meravigliose marionette Colla.
Ciò che pensa Alice di un libro senza illustrazioni né dialoghi è che sia decisamente noioso: per fortuna ecco sfrecciarle sotto gli occhi un coniglio bianco alla guida di un’automobile sportiva.
Borbotta disperato: “Povero me, arriverò in ritardo!” e Alice si chiede dove stia andando.
Il coniglio si infila in un buco del terreno, buio e profondo, e Alice, curiosa, lo insegue: è laggiù che si trova quel paese in cui le meraviglie sono davvero tante.
È laggiù che incontrerete il Bruco verde che fuma da un lungo bocchino, la Duchessa tutta rosa e il suo buffo porcellino, il Cappellaio Matto e la Lepre Marzolina, il Re di Cuori e la cattivissima Regina.
Prima volta in scena
Lo spettacolo debutta a Milano nella primavera del 1997 al Teatro delle Marionette di Via degli Olivetani come novità assoluta della stagione 1996/97.
Le Alice del Teatro Colla:
Diana Hobel (stagioni 1996/97, 2002/03)
Alessia Vicardi (stagione 1997/98)
Nadia Noto (stagioni 1998/99, 1999/00 )
Francesca Musci (stagione 2000/01)
Astra Lanz (stagione 2001/02)
Elena Galvani (stagione 2003/04)
Paola Pizzi (stagione 2005/06)
Elisa Carnelli (stagioni 2006/07, 2007/08, 2008/09, 2009/10, 2011/12)
Giulia Viana (stagioni 2010/11, 2012/13)
Sara Drago (stagione 2013/14)
Silvia Altrui (stagioni 2015/16, 2016/17, 2017/18, 2019/20, 2021/22, 2022/23, 2024/25)
Note di regia
Nel 1996, quando scrissi l’adattamento del romanzo di Lewis Carroll, ero gasatissima: un anno prima aveva debuttato Il mago di Oz (mio primo spettacolo da sceneggiatrice dacché avevo sostituito mio nonno Gianni) ed era stato un grande successo.
Quindi, in un momento di autostima a mille, mi buttai a capofitto su questo monumento della letteratura per l’infanzia.
Scrivere l’adattamento non è stato difficile, anzi! Mentre procedevo nella stesura (e già pensavo alla regia), me la ridevo tantissimo: ero davvero ispirata e mi vennero in mente molte battute e trovate che hanno fatto la fortuna di questo spettacolo.
C’è chi ha definito Alice “una riedizione, tra onirico e psicoanalitico, di un romanzo di formazione, pieno di incontri più o meno diretti con la vita vera”: io — che sono più terra a terra — l’ho sempre trovato letteralmente incantevole per le sue bizzarrie.
Mi sono permessa di sfidare i giochi di parole e le filastrocche intraducibili con una mia scrittura stravagante e parecchi non sense altrettanto strampalati; ho rispettato testo e personaggi e allo stesso tempo introdotto variazioni, ho dato spazio alla poesia ma anche ‒ come mi piace sempre fare ‒ all’ilarità.
Le marionette sono bellissime, i costumi meravigliosi e le scene — qualcuno ha detto — strizzano gli occhi alla pop art; poi c’è la musica a farla da padrona, e qui non posso che ringraziare il mio amico e storico collega Luca (Passeri), che, tra l’altro, nello spettacolo interpreta il ridicolissimo Re di cuori.
Insieme abbiamo confezionato una colonna sonora che pone a confronto la tradizione letteraria con la trasgressione musicale: inutile dirvi che ha fatto epoca. Abbiamo lavorato settimane ascoltando brani strepitosi, molti dei quali ancora su vinile: a buon intenditor poche parole.
(Stefania Mannacio Colla)
p.s. Quello che ho scritto finora riguarda la nascita dello spettacolo che ha avuto nel 1996 un allestimento molto impegnativo e laborioso; per quanto concerne il presente, ci tengo a ricordare che dal 2015 l’interprete di Alice è Silvia Altrui, attrice e marionettista insuperabile. In questo ruolo (e in tanti altri).