la nostra storia
teatro della fiaba, palazzo litta, corso magenta (1949/1959)
Nel 1949 la compagnia ottiene uno spazio stabile a Milano presso Palazzo Litta (ora Teatro Litta) in corso Magenta, dove viene inaugurato il Teatro della Fiaba.
Qui i Fratelli Colla allestiscono e rappresentano spettacoli per bambini e ragazzi tratti dal repertorio fiabesco tradizionale: Cappuccetto Rosso, Cenerentola, La bella addormentata nel bosco, Il gatto con gli stivali di Charles Perrault, Alì Babà e i quaranta ladroni tratto da Le Mille e una notte, Il figlio delle stelle di Oscar Wilde, L’acciarino, L’usignolo di Hans Christian Andersen, Il giro del mondo di Tamarindo, il Marchese e Sor Cipolla - con i personaggi di Manca del Corriere dei Piccoli -, Un capitano di quindici anni di Jules Verne, Re Cervo di Carlo Gozzi, Bertoldo e Bertoldino di Giulio Cesare Croce, Le avventure di Pinocchio.
Nel 1950, Cosetta, figlia di Gianni, entra a far parte della compagnia prima ancora di diplomarsi - nel 1961 - all’Accademia dei Filodrammatici di Milano diretta da Esperia Sperani.
Cosetta, come suo padre, si trova dinnanzi alla scelta tra la prosa e il teatro delle marionette e se il problema di formare nuovi marionettisti deve affrontare anche sbocchi differenti dalla trasmissione familiare, non si può non riflettere sulla predestinazione al “mistero marionettistico”.
Per dirla con Gianni: Credo che questa sensibilità sia dell’ordine di quel diabolico che si trasmette solo nel sangue .
Fino agli anni Cinquanta il marionettismo arrivava a progettare mantenendo la tradizione dell’autosufficienza e avvalendosi solo della collaborazione di artigiani: dal Teatro della Fiaba, invece, ci si rivolge a scultori, scenografi, attori, musicisti coi quali si intreccia una collaborazione professionale che nulla ha da invidiare al “grande” teatro di prosa.
Bisogna tuttavia ricordare che, nonostante il successo dell’attività , dal 1945 in poi il lavoro della compagnia si svolge in una serie interminabile di precarietà : le sedi non sono mai sicure, la posizione mai definitiva: nel 1959 i Fratelli Colla devono abbandonare la sala di corso Magenta perché la proprietà intende utilizzarla per scopi differenti.
Il quadro politico cui è affidata la tutela dei beni culturali - lamenta Gianni Colla - è deliberatamente distratto nei confronti di un patrimonio che, mentre dovrebbe essere fra i primi nella lista dei valori, è costretto alla marginalità .
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