la nostra storia
tanti auguri signor colla!
Gianni era mio nonno.
Nasce a Rivoli, Torino, nel 1906.
Il 20 novembre 2006 cade il centenario della sua nascita e nel 2006 ricorre anche il sessantesimo anno di attività della nostra compagnia a Milano, dunque due date importanti.
A me non piacciono le celebrazioni perché sono spesso retoriche e persino un po’ pompose; mio nonno tuttavia è stato uno dei grandi del teatro italiano del Novecento e la compagnia che ha diretto dagli anni Quaranta fino al suo ritiro dalle scene ha rappresentato, e continua a farlo oggi, un’esperienza artistica di grandissimo valore.
Gianni è nato e cresciuto in palcoscenico - come si addice ai figli d’arte - e sebbene abbia compiuto studi superiori di pittura all’Accademia di Belle Arti a Milano, preferisce dedicarsi al teatro fin dall’età di sedici anni.
Il suo spirito ribelle e creativo lo porta ben presto a rivoluzionare tutto il vecchio teatro delle marionette e a inventarne uno nuovo che porta sulla scena la grande letteratura per l’infanzia, oltre a una serie di innovazioni artistiche e scenotecniche di straordinaria modernità .
Insieme ai fratelli prima e con la figlia Cosetta poi, lavora per decenni in giro per l’Italia e soprattutto a Milano dove incanta migliaia di spettatori con spettacoli che sono diventati dei classici: dal celeberrimo Pinocchio alle sceneggiature dei romanzi di Buzzati.
Mio nonno è stato un vero artista: negli anni Trenta ha fatto l’attore con importanti compagnie di giro, ha scritto decine di riduzioni teatrali ma soprattutto è stato, per me, il più grande marionettista del mondo; muoveva le marionette in modo emozionante che suscitava sempre stupore e commozione; nessuno lo ha mai fatto come lui e nessuno ne sarà mai capace.
Ha affrontato molte difficoltà e subito molte ingiustizie dovute alla scarsa attenzione di chi dovrebbe tutelare il patrimonio culturale del nostro paese, ma ha avuto una vita ricca di successi e di profonde soddisfazioni.
Era un uomo molto bello e affascinante; di lui conservo interviste, fotografie, ricordi di spettacoli e di tournée fatti insieme e nostalgie personali che occupano un posto speciale nel mio cuore.
Le sue sorelle maggiori lo chiamavano Janni, le sue figlie babbo, perché da bravo attore aveva “sciacquato i panni in Arno” e in casa si parlava con la dizione; per i suoi compagni di lavoro era Gianni mentre per gli adulatori Maestro, appellativo tipicamente teatrale che mi ha sempre fatto ridere; il suo pubblico invece, lo chiamava Signor Colla e a me piaceva molto perché lo trovavo un modo semplice e diretto.
Per mia sorella e me - le sue adorate nipoti - era Il Dada, un nonno straordinario, affettuosissimo e divertente, ma questa è un’altra storia.
Gianni si ritira nei primi anni Novanta e muore a Milano nel 1998.
La compagnia di Gianni e Cosetta Colla è oggi una delle più importanti d’Italia e persino del mondo; il suo è un teatro apprezzato dai grandi ma soprattutto dai bambini, un luogo dove i sogni prendono vita dal legno delle marionette e dalla poesia delle parole.
Per dirla con Lio Lionni, pittore, scultore e scrittore per l’infanzia:
Non voglio applausi, non merito alloro. Ognuno, in fondo, fa il proprio lavoro.
Nessuna celebrazione dunque, ma tanti auguri caro Gianni, e grazie per tutto quello che sei stato.
(Stefania Mannacio Colla, Milano novembre 2006)
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