la nostra storia
la grande svolta: il teatro per ragazzi (1946)
Quando – all’indomani della guerra – la famiglia si riunisce per ricostruire la compagnia, Gianni assume una posizione drastica.
Non è facile: il più giovane dei figli di un maestro intransigente, di un capocomico consapevole della propria statura artistica, deve dirgli: Ci sto, a una sola condizione: rilevare il tuo popolo di legno e dirigere la compagnia.
Nasce così la Primaria Compagnia del Teatro Italiano delle Marionette Fratelli Colla e Gianni pensa ancora a Pinocchio, non solo per mettere in scena una storia avvincente:
Se non vedevo la ragione – ricorda Gianni – di allestire un testo come La piccola vedetta lombarda, che strappava lacrime crudelmente e inutilmente, senza che vi fosse una ragione educativa, nella logica del teatro per i ragazzi sentivo invece tutta la portata pedagogica che avrebbe avuto una rappresentazione che mettesse in evidenza la struttura più specifica del marionettismo. Bisogna ribadire, come la storia ci insegna, che il mistero si compie nell’immaginazione dello spettatore, il quale, spinto dal suo desiderio, diventa visionario e dimentica i fili e gli artifizi. La bellezza di Pinocchio sta soprattutto nella possibilità di oltrepassare i limiti della rappresentazione episodica e consiste infatti nel sottolineare la vicenda universale, il mito delle realtà umane più radicali. Allora si capisce quale fosse il contrasto che si stabiliva da sempre fra me e mio padre. Qui infatti egli avvertiva la sua incapacità di adeguarsi alle nuove esigenze, ma nello stesso tempo non era pronto a cedere lo scettro.
Assumere il ruolo direttivo comporta per Gianni una difficile scelta perché vivendo esperienze diverse dal marionettismo, si erano sviluppate per lui differenti possibili alternative: oltre al patrimonio di esperienza familiare vi era quello acquisito nel teatro di prosa; da tempo infatti Gianni conduceva da solo un suo teatro viaggiante.
Per le aspirazioni che nutre e le qualità di cui dispone, il teatro di prosa non solo attrae Gianni, ma gli sembra una via d’uscita dalla situazione di conflitto familiare; la scelta cade infine sulle marionette convinto tuttavia che non può cedere sui suoi principi: le sue esigenze sono quelle di far rinascere il teatro delle marionette e portarlo alla sua dignità di teatro per ragazzi.
Allora, ripeto, non una rivincita sul padre ma sul qualunquismo ormai dilagante. – conclude Gianni – Bisognava fare Pinocchio per rompere e andare oltre; fu così che potei alzare la testa e oggi posso alzarla ancora dinanzi agli storici e ai critici dal pelo grigio, per dire che se il teatro delle marionette è antico come la civiltà , infiorato di leggende, poiché nessuno è in grado di stabilire chi fu il primo marionettista, io incomincio da me.
Giacomo Colla scompare nel 1948. Con lui si estingue tutta una generazione di illustri marionettisti: ho imparato da mio padre a far fare l’inchino e come far tirare calci alle marionette. M’inchino, non tiro calci, ma i fili della storia non mi costringono più alla tirannia della decadenza, la quale ormai è votata a perpetuare, stantii, i suoi modelli polverosi. Io inauguro il Teatro per i ragazzi, per la storia è così, anche se non do ancora per scontato il risultato storico.
Torniamo allora al 1945 dove con Pinocchio prende forma definitiva quello che è un movimento di modernità nel teatro delle marionette e che in Italia ha avuto i suoi prodromi in quell’esperienza artistica realizzata dalla G.I.L. negli anni Quaranta.
Gianni intuisce la necessità di una sede stabile, pur mantenendo una certa capacità itinerante, e punta gradualmente su Milano.
Nel 1946 i Fratelli Colla inseriscono Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi nel loro repertorio: è un successo enorme che li vede tra il 1946/47 nelle principali piazze italiane, tra cui Firenze (piazzale della Galleria degli Uffizi), Milano (Salone comunale di via Broletto, Castello Sforzesco, Galleria del Sagrato di Piazza del Duomo, Teatro delle Arti di via Conservatorio), Novara (Teatro Coccia) oltre a Lugano, Locarno, Bellinzona.
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