La Freccia Azzurra

dal romanzo di Gianni Rodari

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La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte,
il cappello alla romana, viva viva la Befana!


Il negozio di giocattoli della Befana, una signora molto distinta e quasi nobile, è tra i più forniti della città.

Nella sua vetrina fanno bella mostra di sé la splendida Bambola Rosa dal vezzoso accento francese, il burbero comandante, il cane Spicciola, l’orsacchiotto, il saggio capo indiano Penna d’Argento, il capotreno e la mitica Freccia Azzurra, che è un treno davvero da sogno.

Un ragazzo di nome Francesco se ne innamora perdutamente, ma è troppo povero per comprarsela; i giocattoli della vetrina decidono allora di avventurarsi per il mondo alla ricerca del nuovo amico.

Incontrerete dunque un piccolo e determinato esercito di giocattoli capace di raccontarvi una storia delicata e gentile ricca di significato poetico e umano.


Lo spettacolo è la novità assoluta della stagione 1978/79.
Debutta a Milano al Teatro della Marionette ed è la seconda novità assoluta, insieme con Ivan, lo zar contadino, della prima stagione di questo teatro.

La collaborazione fra Gianni Rodari e Gianni Colla è di vecchia data (Gelsomino nel paese dei bugiardi, 1973), ma questo spettacolo, a differenza del primo, recupera temi e personaggi più classici della favolistica per l’infanzia.

Protagonisti sono i giocattoli che prendono vita nel negozio della Befana, e nella vicenda c’è una netta separazione tra il mondo reale degli umani e quello fantastico: una distinzione rispettata e rappresentata ancor più facilmente con attori in carne ed ossa – la Befana, la sua governante, la guardia notturna, i ladri e il bambino protagonista, tutti molto caratterizzati – e le marionette-giocattoli.

Gianni Colla ritorna alla formula magica degli attori insieme alle marionette tralasciando – in questo allestimento – la tecnica allo scoperto (i marionettisti non sono, cioè, visibili al pubblico): la fantasia può allora sbizzarrirsi tra Pinocchietti, animali di peluche, pellerossa, bambole e quel Cocco Bill che, insieme alla sceriffa Susanna e all’indiano, sono nati qualche anno prima dall’immaginazione di Jacovitti.

Le musiche, in parte originali, sono di Ugo Nastrucci.

La Freccia Azzurra è, ancor prima che uno spettacolo di successo, un libro straordinario: lontano da ogni falso sentimentalismo o facile retorica, racconta ai bambini quelle cose importanti che anche i grandi dovrebbero ascoltare.

Parla di un mondo sorprendente che smitizza non pochi luoghi comuni della fiaba tradizionale, in cui i giocattoli parlano, discutono, si muovono, colorandosi di significati poetici e umani; un mondo dove il meraviglioso treno del titolo corre lungo i binari dell’amicizia e del coraggio, fino al luogo dove realtà e finzione fanno il bilancio.

Lo spettacolo resta uno dei più amati dal nostro pubblico: la nuova scenografia, disegnata nel 2003 dal pittore Federico Ravagli, attualizza e identifica il luogo della storia (una città qualunque) con la Milano di oggi dove – a dispetto di tante brutture – c’è ancora spazio per un sogno a colori forti.