la nostra storia

rinascita del teatro italiano delle marionette (1940)

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Tra il 1940 e il 1941 Gianni viene convocato dal Comando Generale della G.I.L. (Gioventù Italiana Littorio) per un’iniziativa volta alla “rinascita del teatro italiano delle marionette” attraverso un repertorio completamente rinnovato e finalizzato ai ragazzi.

La parola d’ordine era chiudere con il teatro delle maschere.

Credo di poter affermare – ricorda Gianni – che non fu un’imposizione autoritaria, ma si trattava di qualcosa che coincideva con una realtà già in movimento.

La Rinascita del Teatro delle Marionette prevede nuove scenografie, marionette e costumi che vengono realizzati ad hoc dagli Artigiani di Firenze; viene preso in affitto per tre mesi il Teatro Quattro Fontane di Roma dove si debutta, nel 1941, con lo spettacolo In fondo al mare un’isola c’è… di Antonio Petrucci.

L’organico artistico conta quaranta elementi, la regia è affidata a Orazio Costa, la musica al M° Renzo Rossellini: il debutto è un grande successo.

Bisogna fare, a questo punto, qualche considerazione sulla drammaturgia e rilevare come l’elemento nuovo che ancora non esisteva nella pratica marionettistica e che ora appare necessario è la regia; la scelta del testo proposto impone già dei criteri che introducono necessariamente la cura e il coordinamento stilistico e, se la tecnica di animazione non viene rivoluzionata, tutti i criteri drammaturgici – con l’introduzione della regia – sono invece completamente sovvertiti.

Così – racconta Gianni – se finora non ero riuscito a persuadere mio padre sull’opportunità di sopprimere le maschere dialettali, ma soprattutto a metter in scena Le avventure di Pinocchio, la svolta stilistica delle marionette era tuttavia già in corso e, perché negarlo, con mia grande soddisfazione. Anche se venne accettata passivamente da un celebre marionettista quale fu Giacomo Colla che si vedeva privato delle sue predilette creature, ormai il campo di battaglia non era più il suo.

Nel 1942 la compagnia partecipa ad una lunga tournée nelle principali piazze italiane organizzata dalla stessa G.I.L.: tocca le piazze di Pescara, Sulmona, Macerata, Arezzo, Pistoia, Firenze, Prato, Lucca, Bologna, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Trieste, Verona, Milano, Torino, Genova, Imperia e Sanremo; qui si conclude e tutto il materiale artistico (in parte di proprietà della G.I.L., in parte della compagnia Colla) ritorna a Roma, scomparendo misteriosamente.

La prima cosa che Gianni fa in seguito alla liberazione è di correre a Roma per vedere cosa ne fosse rimasto, ma tutto era sparito.

Per anni cerca di scoprire se qualcosa è finito nelle mani degli antiquari, o presso altre compagnie, ma non trova nemmeno una testa, una parrucca, una scarpa. Fascisti? … Tedeschi? … Americani? … Chissà…



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